L’itinerario etrusco, o del tufo, volendolo identificare con un elemento fondamentale del paesaggio comprende:
Le necropoli; a testimonianza dell’importanza che rivestiva il mondo dell’aldilà per gli etruschi, particolarmente ben conservate sono giunte fino a noi varie necropoli; tra le più importanti sono quelle di Tarquinia, ricca di tombe a camera con decorazioni dal VI al II sec. a.C. e di Cerveteri.
Molte ancora tuttavia le aree dedicate alla dimora ultraterrena diffuse in tutta l’Etruria:
Norchia, Castel d’Asso, Musarna, Acquarossa (Viterbo), S. Giuliano (Barbarano), S. Giovenale (Blera), ed altre ancora tra cui quelle di Tuscania, Vulci, Blera, Bisenzio, Bolsena (m.te Panaro),
Falerii Novi (Civitacastellana) e la splendida Selva di Malano (Soriano)
Le città etrusche: molte delle città che costituivano la Dodecapoli della “nazione etrusca” sono in parte divenute importanti città, sovrapponendosi alle antiche costruzioni ed agli originari impianti urbanistici. Altre città costituiscono importanti testimonianze della cultura urbana etrusca: Barbarano, Sutri, Vulci, Tarquinia, Veio, Caere, Musarna.
Le vie: tra i boschi ed i campi, a superare le affascinanti barriere costituite dalle forre profonde si possono incontrare le antiche vie etrusche, a loro volta a ricalcare le strade che da sempre hanno permesso il passaggio lungo questa regione. Le “tagliate” sono camminamenti scavati lungo le pareti scoscese di tufo e nenfro, nascoste dal verde fitto della macchia.
I musei: nelle sale dei numerosi musei dedicati alla cultura etrusca è possibile ammirare tesori di notevole valore storico ed artistico; tra le strutture di maggiore importanza ricordiamo il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia, il Museo Nazionale Cerite di Cerveteri, il Museo Archeologico della Rocca Albornoz di Viterbo, il Museo nazionale del Castello dell’Abbadia di Vulci.
Molti altri luoghi e scorci sono stati scelti da autori e registi come set per opere cinematografiche che sono rimaste nella storia del cinema:
Fellini ha girato La Strada a Civita di Bagnoregio e I Vitelloni a Viterbo, la Cavani il suo Francesco a Tuscania, Orson Welles L’Otello a Viterbo, Comencini il primo Pinocchio televisivo nel farnesiano, molte parti del ciclo di Brancaleone sono state girate da Mario Monicelli nel viterbese.
Il famoso Vigile di Alberto Sordi è stato girato per le strade di Viterbo, come oggi la fortunata serie televisa del Maresciallo Rocca.
Particolare itinerario è quello delle acque, elemento importantissimo per le civiltà succedutesi nell’Etruria:
i fontanili, gli acquedotti e le fontane; le botteghe sull’acqua (Concerie e cartiere); ferriere e cartiere; le forre ed i laghi vulcanici. Famose le fonti termali, comodi e frequentati gli stabilimenti di Viterbo e di Orte per le cure cui si sottoponevano già i romani dell’epoca imperiale. Aerosol, fangoterapia, massaggi e bagni terapeutici rendono piacevole una vacanza all’insegna della cultura e del benessere.
A ridosso delle campagne maremmane, campi fecondi strappati alle acque stagnanti con le bonifiche, la corsa verso ovest termina sui lidi; trenta chilometri di spiagge e di sabbia scura, caratteristica delle coste con entroterra vulcanico. Qui sorgono stabilimenti e servizi turistici e ricreativi discreti e funzionali, come a Tarquinia lido e Montalto di Castro.
Importante itinerario è quello del legno a comprendere i siti naturalistici e gastronomici. Lungo le pendici dei rilievi Vulcanici i boschi secolari, i campi, le aree umide, forre di spettacolare bellezza.
I laghi di Bolsena, di Vico, di Mezzano e Monterosi, scorci preziosi e confortanti dove i miti classici raccontano la storia del paesaggio e degli uomini che queste terre hanno trasformato nei millenni.
I Vulcani ed il tempo, in un perenne gioco di paziente rincorsa, hanno creato forme e linee uniche e sorprendenti. I sentieri percorrono antiche vie. Rumori, odori e colori sono gli stessi che incontravano i pellegrini in viaggio dal nord Europa verso Roma e la Terra Santa.
Ed in questi viaggi di grande conforto erano gli ospedali e gli ospizi, dove l’ospitalità si manifestava con sapori e odori inconfondibili: le zuppe di legumi con i fagioli di Sutri o i ceci di Gradoli, le lenticchie di Onano, scafata di fave e castrato ai ferri, vino rosso forte. Il mattino dopo il viaggio continuava con fiducia e speranza consolidate.
Oggi tra piatti tradizionali è difficile resistere al gusto completo dell’acquacotta con la mentuccia raccolta a mano a Cellere lungo il Torrente Timone, ai pici con il sugo semplice o di cacciagione o di funghi porcini raccolti nei mattini d’autunno sui Monti Cimini o nella tenebrosa Selva del Lamone.
Gli introvabili pomodori scatolone di Bolsena e vino cannaiola di Marta si possono fortuitamente ancora accompagnare al coregone arrosto, ai lattarini fritti, all’anguilla ai ferri. Poche donne sanno ancora fare i ceciliani a Canepina, ma si possono assaggiare nelle osterie aperte durante le feste, con vino novello di Vignanello e castagne dei Cimini.
Vini e castagne possono rincuorare ai primi freddi. Il focolare acceso delle trattorie e degli agriturismi riscalda il corpo mentre si assaggiano i formaggi di pecora di Piansano arricchiti con il miele di Vetralla; la bruschetta con la pasta di miele di castagno e nocciole di Ronciglione è sorprendente per la merenda con il vino dolce Aleatico di Gradoli.
Per i vini è la storia stessa a descriverne i valori, con l’Est Est Est di Montefiascone a fare da richiamo per le altre produzioni di rilievo internazionale: Trappolini, Mottura, Orvieto classico. Al dolce si arriva soddisfatti ma curiosi, perché i nomi nascondono i sapori come per gioco: gli stracci, i tozzetti, la scarsella, la nociata. Gli amaretti di Blera sono speciali. Infine l’olio.
Consigliamo di degustarlo fuori dai pasti prima di condire a crudo i cibi, scegliendo tra quelli di Canino e Blera tanto per cominciare…il resto verrà da se.
Successivo ed ulteriore percorso è quello del peperino, ovvero del paesaggio medievale, a comprendere i centri storici, le rocche ed i castelli, le cave e le botteghe.
I Paesi arroccati sulle castelline hanno un cuore antico e vivo di botteghe e gente schietta. Il quartiere medievale di Viterbo è uno dei più fedeli d’Italia, quelli di Vitorchiano, Barbarano, Bassano in Teverina sono sorprendenti isole nel tempo di vita quotidiana; Civita di Bagnoregio, Calcata e Celleno, raccontano di una storia di abbandono che oggi si rivela in tutto il suo valore storico e umano.
San Martino al Cimino (Viterbo), Soriano nel Cimino, Ronciglione, Tarquinia, Tuscania, paesi costruiti da nobili e mercanti secondo i gusti e le necessità della storia, celano tesori d’arte e architettura che disorientano a fronte della quiete e del silenzio che li circondano subito al di fuori delle loro mura d’oblio. Tra le dimore fortificate di maggiore rilievo,
intorno alle quali sorsero borghi rimasti ancora oggi intatti, vi sono fra i meglio conservati, lo splendido castello di Soriano nel Cimino (Orsini), quindi quelli di Bassano Romano (Odescalchi), Bolsena (Monaldeschi), Bomarzo (Orsini), Civitacastellana (Borgia), Capodimonte (Farnese), Gradoli (Farnese), Montefiscone (Rocca dei Papi), Monteromano (Roccarespampani), Nepi (Borgia), Oriolo Romano (Altieri), Torre Alfina (Cohen), Valentano (Farnese), Vasanello (Orsini), Vignanello (Ruspoli), Viterbo (Albornoz) e Vulci (Abbadia).
Città fra le più attive e movimentate, Civita Castellana sorprende per l’intreccio di arte e storia che sono alla base di una delle più importanti e pregiate produzioni ceramiche del mondo.
Così la poderosa rocca dei Borgia a pianta pentagonale rappresenta uno degli esempi più notevoli dell' architettura militare a cavallo dei secoli XV-XVI , mentre fra le vie e le piazze lo stupore potrà rapirvi nello scorgere la Cattedrale di Santa Maria Maggiore, capolavoro di maestosa eleganza, che insiste su una precedente costruzione medievale, opera dei Cosmati, celebre famiglia di marmorari romani (sec. XII-XIII).
Sovente accanto ai centri venivano costruite ville sontuose, soprattutto nel Cinquecento su commissione di principi e cardinali, ad opera di artisti ed artigiani fra cui il Vignola e il Sangallo. Nel “Bosco Sacro” di Bomarzo, conosciuto come Parco dei Mostri, si trovano enormi sculture scolpite in massi vulcanici con forme bizzarre e mostruose. Palazzo Farnese a Caprarola è una delle residenze nobiliari più belle e importanti d’Italia, maestosa nella sua forma pentagonale e sontuosa nelle sue sale affrescate e per il suo giardino con ricchi giochi d’acqua. Stessi giochi di luce e ombre fra piante secolari, fontane e terrazze infiorate in Villa Lante a Bagnaia, con il suo giardino all’italiana. Questi luoghi sono affascinanti e “magici” tali da essere stati scelti come scenografie naturali per numerosi film in costume.